i segreti del cuore, fan fiction di komatsu

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view post Posted on 6/8/2010, 20:14
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Ciao sto facendo girare questa storia ispirata da marmalade boy, nei forum, perchè vorrei pubblicarla. ditemi perciò se vi piace. e volete il continuo.

SPOILER (click to view)
PREFAZIONE:

UNA RAGAZZINA,
DUE FRATELLI, UN AMORE
TORMENTATO, LACRIME E
SORRISI. L'INCOSCIENZA E LA
PUREZZA DELLA
PROTAGONISTA DELLA STORIA,
EMILY, SCIOGLIERA' IL “GHIACCIO
DEL CUORE” DELLA PERSONA
AMATA. QUESTI SONO GLI
INGREDIENTI DELLA STORIA
CHE STATE PER
LEGGERE: EMILY E ASTRID I
SEGRETI DEL CUORE.



Sdraiata sul tappeto della mia camera, a guardare il soffitto, come se volessi penetrarlo. Un attimo solo. Poi i miei occhi, si chiudono, e la mente naviga nei ricordi.....

Ciao a tutti. Mi chiamo Emily e questa è la mia storia......

Capitolo 1

Estate 2002 – Melbourne

“ehi voi due, vado a fare il bagno”, gridò una vocina. E continuò: “sono stanca di “arrostirmi”.

Vedendo che nessuno le dava retta, spazientita, sentenziò: “ma mi sentite, o”.....

Le diede risposta un ragazzo il cui nome era Smiley, che gesticolando, esclamò: “sì, aria sorellina”.

Lì accanto, c'era Kiris, che la avvisò che l'avrebbero raggiunta più tardi. Emily, offesa, replicò: “ e chi vi vuole, razza di antipatici”. E
fece la linguaccia. Poi tirò un cellulare in mano a Smiley, ribattendo: “volevo soltanto affidarti questo”.

Smiley, un po' seccato dal gesto della sorella minore, proferì: “Emily, anche qui. Che rottura”.

Emily sempre più adirata con il fratello, fece per rispondergli indietro, quando si intromise Kiris, informandola, che avrebbe custodito lui, il suo telefonino. E la invitò a posarlo sotto il suo cappello. Emily cambiò espressione, ed entusiasta abbracciò Kiris, ringraziandolo, ed affermando di essere certa che avrebbe potuto contare su di lui. Poi gli raccomandò di lasciarlo pure squillare perchè al suo ritorno, avrebbe letto gli sms. E avrebbe pensato anche alle chiamate perse. Dopo aver proferito ciò, si diresse verso il bagnasciuga, prese una bella rincorsa, e si tuffò....

Mentre era a mollo, affermò che si stava proprio bene nell'acqua, e decise di farsi una nuotata fino alla boa. Guardò verso il cielo, e constatò che il sole era davvero caldo. Sperò poi di non scottarsi, concludendo che erano trascorse già tre ore, da quando si era spalmata la crema.

Fece un paio di bracciate in avanti, poi all'indietro, ed ad un tratto,
s'accorse di avere urtato un canotto, anzi, di averlo proprio rovesciato.
Presa dal panico, pensò: “oh no”.

I suoi pensieri, vennero interrotti da un ragazzo, che fece capolino, fissando Emily, la quale mortificata, non sapeva più in che modo scusarsi, sia per averlo fatto cadere, sia per averlo schizzato mentre nuotava.

Non incontrando una risposta, convenne che lo sconosciuto doveva essere proprio adirato con lei. Così, guardandolo fisso negli occhi, si scusò nuovamente, ma questa volta, parlò in francese. Ed indicando se stessa, proferì: “io Emily”. Il ragazzo, la fissò per un attimo, poi replicò: “io Marcus”.

Emily, presa da uno slancio di entusiasmo, ribatté: “fantastico. Son riuscita a sapere il nome....”. E tentò di spiegare che era stato un incidente, attraverso i “gesti”, ma più cercava di esplicare l'accaduto, più si convinceva che Marcus non capiva. Emily, non sapendo più come fare, esclamò tra sé e sé: “cavolo, questo qui non spiaccica una parola!”.

Ad un tratto, Marcus si avvicinò ad Emily, e sorridendole, le consegnò un costume da bagno, domandandole se quello fosse suo. Emily arrossì. Pareva un peperone, mentre replicava: “oh Dio che imbarazzo”, e prendendolo dalle mani del ragazzo, gli fece sapere che doveva averlo perso, mentre stava nuotando. Poi lo ringraziò. Ma egli non disse nulla, così Emily, ribatté: “merci”, inchinandosi.Marcus, guardandola quasi dovesse farle una radiografia, per tutta risposta, replicò: “tu bella nuda”. E fece per toccarla.....

Emily, spazientita, e certa a cosa mirasse, gli gridò di non provarci mai più, perchè era pur vero che era straniero, ma a quanto pare, le sconcerie, le conosceva bene. E mentre si voltò, adirata e offesa nell'orgoglio, si ritrovò dinanzi Smiley. E facendo un sorriso di circostanza, per nascondere il costume in mano, pose le mani dietro di sé, e salutò il fratello.

Smiley volle vederci chiaro, e le chiese cosa stesse combinando. Lei lo invitò a lasciar perdere, perchè era una storia troppo lunga. Ed aggiunse: “sai, quello stupido, è un gran maleducato. Volgare e…...”.

A Smiley fu tutto chiaro. E prese ad osservare il viso rosso della sorellina, facendole notare che non era il caso di adirarsi così per un ragazzo, lasciandole intendere che forse si era presa una bella cotta. Facendole l'occhiolino, sgomitando, la esortò a raccontargli la sua nuova conquista. Emily, per tutta risposta, gli rispose che sicuramente la stava prendendo in giro, come il suo solito, perchè era davvero improbabile che avvenisse una cosa simile. Poi, sbuffando, gli chiese di andare via......

Emily non volle ammetterlo con se stessa, ma si era davvero innamorata di Marcus.

Due giorni più tardi, Marcus si avvicinò all'ombrellone di Emily, e le porse un dizionario. La ragazzina, lì per lì non capì. Marcus allora, scrisse un biglietto con incise le parole “seguire me tu”.

Emily, sorpresa, sentenziò che qualora avesse ben compreso il significato delle tre parole, lei avrebbe dovuto andare con lui, dopodichè, volle sapere il motivo di quella richiesta. Marcus, che ancora non si esprimeva correttamente, prese il braccio di Emily, strattonandolo così forte, che lei urlò dal dolore, invitando Marcus a lasciarla, perchè le stava facendo male. Marcus non le diede ascolto, ed arrestò la sua folle corsa verso la spiaggia, davanti a due ragazze biondissime. E presentandogliele, le fece sapere che loro erano la sua famiglia, e che una si chiamava Johanna e l'altra Veronique.
Emily non riuscì tuttavia a comprendere perchè avesse voluto portarla da loro, e ribatté: “sì, ma tu perchè me portare qua?”. E Marcus replicò: “tu giocare con noi”. Emily sbottò, asserendo che avrebbe anche potuto dirglielo che era per un motivo ludico.

Fu Veronique che facendosi avanti per prima, le spiegò che suo fratello era molto bravo nel gioco. Emily convennne che parlava la sua stessa lingua. Veronique, mostrando colei che aveva di fianco, la informò che anche l'altra sorella, la conosceva. E che soltanto Marcus, sapeva solo il francese. Emily si lasciò sfuggire un “ecco, la solita sf....” ma poi si corresse, spiegandole che intendeva dire che era sfortunata. Cambiando discorso, perchè preferì lasciare cadere la conversazione che stava diventando complicata per lei, accettò la proposta del ragazzo.

Emily strinse amicizia con quella famiglia. Giocarono per quattro ore di seguito, prima a nascondino, poi a calcio balilla. Per Emily fu un ritorno all'infanzia. Concentratissima e presa dalla partita, si obliò dell'episodio del canotto e del resto, facendo goal nella porta avversaria.

Esultando si mise a saltare, e senza accorgersene, prese le mani di Marcus nelle sue, esclamando: “yeah, abbiamo vinto. Sei forte, Marcus”.

Quando si accorse dell'accaduto, lasciandole si scusò, farfugliando che era tardi e che avrebbe dovuto tornare a casa.

Dopo tanto tempo, Emily ritrovò la serenità.

Il tempo trascorse. E più passava, più Emily capiva che si era legata a quei “ragazzi” così diversi da lei, dimenticando persino il suo amore lontano.

Proprio così. Emily era fidanzata con un ragazzino di nome Astrid, che in quel periodo stava studiando a New York.

Una settimana più tardi, Emily si recò di buon'ora alla spiaggia: voleva informare i nuovi amici che il giorno seguente sarebbe ripartita perchè iniziava il nuovo anno scolastico. Ma trovò solamente Marcus, ed incuriosita, volle capire il perché. E senza troppi giri di parole, gli domandò dove fossero le sue sorelle, e come mai quella mattina, fosse solo.

Marcus spiaccicò un'unica frase, ma che era molto significativa e recitava: “io e te soli”.

Emily constatò che era davvero una situazione atipica. Ma non aggiunse nient'altro, perchè Marcus, avvicinandosi, si chinò e le sigillò le labbra. Per poi “staccarsi” d'improvviso.....

Emily sussurrò solamente: “mi hai baciata”.

Non ebbe il tempo di aggiungere altro, perchè il ragazzo le ribatté: “io kiss tu. Ma perchè? Fare schifo”?.

Temendo che si fosse offeso, ascoltando il suo commento, scosse la testa, negandolo, e presa dai sensi di colpa, fuggì veloce come il vento....
 
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view post Posted on 10/8/2010, 15:00
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(
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ci lavoro da tre mesi
)
 
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Liz82it2000
view post Posted on 6/9/2010, 17:19




Molto bella, continua, continua :) Solo per il fatto che è ispirata a Marmalade Boy già mi ci sono appassionata :P
 
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view post Posted on 9/9/2010, 15:48
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ok. ^^

SPOILER (click to view)
L'autista scosse la testa, e la invitò a salire. Caricò il bagaglio, e dopo essersi assicurato che fosse tutto a posto, salì alla guida.

Nel contempo, a New York, Astrid e Lulù erano sulla terrazza, e mentre Lulù esprimeva la sua gioia di essere lì con lui, davanti al cielo stellato, Astrid era pensieroso. Pensava al giorno in cui aveva mancato all'appuntamento con Emily, per correre da Lulù. Aveva poi una strana sensazione addosso, e Lulù che si era accorta che non la stesse ascoltando, lo richiamò all'attenzione.

Astrid si scusò, chiedendole di andare a fare un giro. Lulù affermò di non avere molta voglia di uscire, e che avrebbe preferito restarsene lì, tuttavia Astrid insistette per andare al bar di sotto, a bere un caffè. E congedandosi da Lulù, si allontanò.

Mentre Astrid discendeva le scale, per riflettere sui suoi “grattacapi”, Emily, giunse all'aeroporto, e dopo aver pagato il tassista, presa la valigia, si diresse in biglietteria.

Due ore più tardi, Emily era ancora in fila, e sbuffando, sentenziò che era una vera disdetta che in quel giorno ci fosse tutta quella folla di persone, e che avesse dovuto sottostare a quella interminabile colonna, poi però pensò tra sé, che da lì a cinque minuti, finalmente sarebbe arrivato il suo turno. Così fu. La ragazzina, avvicinatasi allo sportello, proferì: “andata New York”.

La hostess chiese: “e il ritorno”?. Emily quasi seccata, ribatté: “ritorno? Non c'è. Io là ci metto le tende, chiaro”?.

L'hostess rispose: “va bene, ma non si arrabbi”, e tra sé pensò: “caspita che gioventù”. Poi avvicinandosi ad Emily, la invitò ad accomodarsi per il check-in. Emily domandò dove dovesse andare. L'hostess le indicò un'altra lunghissima coda ed Emily ribatté: “scusi, sarebbe quella? Ho l'aereo tra un'ora, e se lo perdo, è un guaio enorme”. L'hostess asserì di essere dispiaciuta, ma purtroppo la prassi, era quella. Emily si rassegnò. E trascorse un'altra ora.

Emily, dopo aver fatto il check-in, si recò al cancello numero 8, dove avrebbe preso il volo per New York, e convenne che era stata davvero fortunata, a trovare quella signora che l'aveva fatta passare, perchè altrimenti avrebbe perso l'aereo. E sospirando, esclamò: “avrei voglia di sentire la voce di Astrid. Quasi lo chiamo, e lo informo che tra poco, sarò tra le sue braccia”. E ripensandoci, proferì: “ma se poi lo disturbo, mentre sta studiando.....”, così concluse che gli avrebbe fatto una sorpresa. E che non vedeva l'ora che arrivasse quel momento, per vedere la sua faccia.

Astrid, nel frattempo, era al bar e fissava la tazzina di caffè che aveva davanti. Constatò che ormai Lulù, dormiva a quell'ora, e si interrogò su come avrebbe reagito, quando egli le avrebbe parlato di Emily. E dichiarò: “Emily. Tu non sai che ti ho tradita, ed aspetti il mio ritorno invano. Ma come faccio a chiamarti e a dirti la verità..... sono cose che necessitano di un certo tatto, e vanno dette a “quattr'occhi”, non tramite telefono o sms. Forse dovrei tornare. Dirò a Lulù che devo raggiungere i miei. Sì, farò così”.

La notte era ormai calata, quando l'aereo di Emily, atterrò. Emily non stava più nella pelle. Voleva vedere Astrid. Fece tutta la strada di corsa, fino alla sua scuola, e quando arrivò, aprendo la porta, gridò: “Astrid, sono qui”!.

Le venne incontro una signorina, alta quasi due metri, con tanto di occhiali ed aria corrucciata, che esclamò: “non siamo al mercato. Non urli in quel modo disumano”. Emily si scusò e le spiegò che stava cercando Astrid. E lo descrisse. Dopodichè, la signorina, ribatté di aver capito a chi stesse alludendo, e che lo poteva trovare all'appartamento dell'Università, e che si era trasferito lì da poco. La invitò a seguirla e a non urlare come una mercante”. Emily sorrise, ringraziandola.
Poco dopo, Emily si incamminò. Guardandosi intorno, cercò l'indirizzo del biglietto. Lo scorse, qualche minuto più tardi. Con tanto di valigia alla mano, si mise a correre per tutto il vialetto, ed aprendo la porta, raggiante di felicità, proferì: “Astrid, sono qui. Sono.....”

Vide qualcosa che non avrebbe voluto vedere: Astrid e Lulù, avvinghiati, l'uno all'altra......

Emily mollò la valigia, che cadde a terra, rompendo l'idillio dei due amanti, replicando soltanto: “no”.......

Corse via. Astrid, che se ne accorse, la rincorse, ingaggiando una folle corsa, per raggiungerla. Quando lo fece, la prese per la mano. Emily si voltò. Lo sguardo della ragazzina, era pieno di rabbia e di odio, ed il suo volto, era velato di lacrime.

Astrid ebbe soltanto il tempo di dire: “Emily, io non volevo ferirti”. Emily, d'altro canto, gli intimò di lasciarle la mano, e di non proferire più nulla, perchè era stato chiarissimo. Astrid sentenziò: “ma neanche per idea. Io voglio spiegarti”. Emily ribatté: “e che cosa vuoi spiegarmi? Le tue prese in giro? O chi era quella? No, non mi interessa. Torna dalla tua amante. Non ti voglio più vedere”.

Emily si liberò della mano di Astrid e corse per il viale. Astrid non capiva. Ma non voleva perderla. Intraprese un'altra folle corsa, finchè la vide attraversare la strada. In quel momento, Emily era ancora sconvolta, e non vide una macchina sopraggiungere, che la travolse.......

Astrid sentì un enorme schianto. E tornò indietro. Emily era a terra.
La valigia che la fanciulla, recava in mano, si aprì, sparpagliando tutto il contenuto per il selciato, tutti gli indumenti e le fotografie di Astrid. Astrid cercò di farla rinvenire.

Notò del sangue sul cappello, e capì che era ferita. Col telefonino, chiamò l'ambulanza.

Nell'attesa, raccolse poi da terra, le cose cadute, e le ripose nella valigia, richiudendola. Pochi minuti dopo, Astrid era in una stanza d'ospedale, ed attendeva il risveglio di Emily.......

Capitolo 3

Mentre Astrid guardava Emily in quelle condizioni, ripensò a ciò che aveva trovato nella valigia: la sua fotografia. Capì che quella ragazza lo amava davvero, mentre lui l'aveva sempre considerata un semplice flirt. E si rese conto di quanto avesse sbagliato, a non chiarire subito la situazione. Ora non sarebbe stato lì, a fianco di un letto di un nosocomio, a sperare che si risvegliasse.

Ad un tratto, lo squillo del cellulare, interruppe i suoi pensieri. Guardando lo schermo, vide che era Lulù. Sussultò. Non potendo rispondere, le scrisse che sarebbe rimasto fuori tutta la notte, e di non aspettarlo. Quando ella lo ricevette, pensò che fossero alle “solite”, e preferì non chiedersene il motivo.

In ospedale intanto, Astrid domandò alla caposala di restituirgli la valigia di Emily, esplicandole che l'avrebbe portata nel suo appartamento e raccomandandole di avvertirlo, non appena la signorina di quella stanza si fosse destata. La donna promise di esaudire la sua richiesta. Astrid le demandò anche, di registrarla a nome suo, porgendole una carta di credito. Poi si incamminò verso la porta, e voltandosi replicò: “ah, un'altra cosa. Nessuno, eccetto il sottoscritto, varcherà questa soglia, senza il mio personale permesso. Per qualsiasi problema, si rivolga a me. E a me soltanto. Sono stato chiaro?”. Ella annuì. Astrid se ne andò, prendendo il bagaglio di Emily, e dirigendosi verso l'uscita.

In un lussuoso hotel della città, intanto Lulù, si interrogava su dove potesse essere Astrid, quando ad un tratto, egli sbucò. Lulù esclamò: “oh, ma dove sei stato tutto questo tempo? Lo sai che stasera siamo invitati a cena dalla baronessa? Astrid che cosa c'è?”. Astrid ribatté: “nulla. Soltanto una seccatura. Io stasera resto qua”. Lulù, sbottando, gli rammentò che era la seconda volta, che non partecipava ad eventi mondani. E volle sapere cosa fosse la valigia che aveva in mano. Egli la guardò, e rispose: “il fastidio di cui ti parlavo. Vado al mio appartamento, e per qualche giorno non ci vedremo. Ti chiamo appena ho risolto”.

Lulù affermò di aver diritto ad una spiegazione, visto che era la sua fidanzata. Astrid la fissò, poi sentenziò: “mettiamo in chiaro una cosa, Lulù. Io sono libero e non sono affatto il tuo ragazzo. Ricordati che avevamo stabilito di restare insieme, ma senza amore. Io per il semplice gusto di farlo. Perciò non farmi queste domande, perchè la vita privata, deve rimanere tale. E non permetterò a nessuno di invaderla, nemmeno ad una nobile come te”.

Dopo aver pronunciato queste parole, Astrid si congedò. E mentre si incamminava con la valigia della ragazzina australiana, pensò a come avesse fatto a fare una cosa così stupida, come lasciare che Lulù entrasse nella sua vita. E convenne che feste, banchetti, serate mondane, non erano fatte per lui, e che era molto più felice al fianco di Emily, nonostante fosse certo, che lei non gli avrebbe concesso il suo perdono.

Un quarto d'ora più tardi, Astrid giunse al suo appartamento. E dopo aver aperto la porta, ripose il bagaglio. Richiuse e discese le scale. Cercò poi un mezzo pubblico, per raggiungere l'ospedale.

Durante il tragitto, telefonò all'accettazione, avanzando la richiesta di poter parlare con la caposala.

Quando ella rispose, Astrid domandò della signorina Emily, e la donna lo informò che purtroppo era ancora in coma. Astrid la avvisò che si stava recando lì, perchè voleva stare al capezzale di quella ragazzina, poi richiuse.

Convenne di non poter andare in visita, senza portare qualcosa. E decise di scendere una fermata prima, per acquistare un mazzo di fiori. Pagò ed aggiunse: “grazie, e tenga il resto”. E proseguì verso il nosocomio. Quando vi giunse, prese l'ascensore per poter giungere al piano dove era ricoverata la fidanzata, ed entrò in camera. Emily sembrava addormentata.

Il ragazzo, posò i fiori, avvicinandosi al letto. Prese la mano di lei, e la strinse nelle sue. Sussurrò: “ti prego, perdonami Emily. Io non conoscevo i tuoi veri sentimenti. Mi sono accorto di tenere molto a te, soltanto quando credevo di averti perso per sempre. Non importa se non mi perdonerai o se non torneremo insieme, ma vivi Emily”.

Così dicendo, si chinò su di lei, e serrando le palpebre, posò le labbra su quelle di Emily, e la baciò, per poi sfiorarsi le sue con l'indice, passandolo su di esse, per sentirne il calore. Si guardò intorno, si alzò ed uscì. Si recò dalla solita caposala, ma questa volta, le domandò una brocca per i fiori. La donna promise di provvedere subito. Astrid la ringraziò e si diresse verso l'uscita.

Diede uno sguardo alla porta e scese la lunga rampa di scale. Poco dopo fu all'aperto. Decise di tornare al suo appartamento.

Una volta giuntovi, prese la chiave e la girò nella toppa, dopodichè spalancò la porta ed entrò, richiudendola dietro di sé.

Prese la valigia di Emily e la portò in camera da letto. La aprì. Prese ad uno ad uno, gli abiti di lei e li appese nell'armadio. Erano
tanti, così una parte dei suoi, li adagiò sulla sedia della scrivania accanto. Quando ebbe terminato, sorrise, esclamando: “si vede proprio che è una donna. Guarda quanti ne ha portati. Come se volesse rimanere qua per sempre”.....

Ed in quel mentre, capì tutto. Comprese le lacrime di Emily, l'eccessivo contenuto di vestiti, e quel giorno, in cui lei lo vide con Lulù. Ma in quel momento, in cui stava riordinando le idee, gli squillò il cellulare. Era proprio la causa dello stato di Emily.

Astrid rispose. Lulù, dall'altro capo del filo, proferì: “Astrid, noi due dobbiamo parlare”. Egli ribatté: “mi sembra non ci sia più niente da dire”, ma Lulù prontamente replicò: “mi devi spiegare perchè ti comporti così. E che cos'è questo mistero, su una seccatura per cui vuoi lasciarmi all'oscuro. Se dobbiamo lasciarci, voglio sapere la ragione. C'è un'altra?”. Astrid ribadì: “non ti riguarda, Lulù. Il nostro rapporto era soltanto fisico. E tu, fin dall'inizio lo sapevi e hai hai accettato, anzi hai promesso di mantenere il patto e di non legarti a me. Io lo sto rispettando. Sappi che a me, non interessi più. Tu e il tuo mondo di snob, e di ricconi. Diciamoci addio in modo civile. Addio Lulù, e cancella pure il mio nome, e il mio numero dall'agenda”. E dopo aver detto ciò, riattaccò. Poi compose un numero di un servizio clienti per la telefonia, ed inoltrò la richiesta di avere un numero nuovo. Pochi attimi più tardi, Astrid lo ottenne. Ringraziò e richiuse. Telefonò all'ospedale, dove era ricoverata Emily, ed avvisò la solita donna che sarebbe arrivato a momenti, per parlare della ragazzina. Ella gli fece notare che non era orario di visite, ma Astrid insistette, rammentandole che il padre, sovvenzionava il progetto per il nuovo reparto, ed alla fine, Sally, (era questo il nome della donna), dovette cedere. Ma lo pregò di non restare troppo. Astrid rispose in maniera dura, esclamando: “mettiamo in chiaro una cosa, Sally. Sono io a dettare le regole, non tu, ed ora verrò lì, e resterò per tutto il tempo che sarà necessario. Spero di essere stato chiaro. Mi chiuderò a chiave, se la situazione lo richiedesse. Perciò, rilassati. Ci vediamo. E spense il telefonino.

Astrid fu di parola. Con un taxi, infatti, poco dopo raggiunse la clinica e anche la camera di Emily. Non capiva bene il perchè, ma sentiva per quella ragazzina, che un tempo era stata la sua amica del cuore, qualcosa di diverso dalla semplice amicizia.

Ripensò alla sera in cui la vide così, inerme e priva di conoscenza, ed al bacio rubato, dalle sue labbra. Al motivo per cui l'avesse fatto.

Si chiese se fosse possibile che Emily, gli fosse entrata nel cuore, all'improvviso, dal giorno in cui vide quella foto, e anche se lei non poteva né rispondere né parlare, restarle accanto, lo faceva sentire bene, e provava una sensazione che non aveva mai avuto né con Lulù, né con le altre. E pensò tra sé: “Astrid, è soltanto una quindicenne. Una liceale. Sicuramente saranno i sensi di colpa, perchè l'ho ridotta io così. Se lei non fosse fuggita, di certo non sarebbe stata investita, ed ora sarebbe sull'aereo di ritorno”.

In quell'istante, la mano di Emily si mosse. Astrid la vide, e d'impeto, la strinse, sussurrando: “Emily, sono Astrid”.

Gli occhi di Emily si aprirono, spalancandosi. La ragazzina, alzandosi di scatto, chiese cosa fosse accaduto. Astrid la informò che aveva rischiato di morire. E la rimproverò per la sua sventatezza. Emily lo guardò, proferendo: “sei proprio tu. Non sto sognando. Perchè Astrid? Perchè mi hai tradito, dimmelo”.

Ci fu una breve pausa di silenzio, poi Astrid le confessò di non avere mai saputo che lei fosse innamorata di lui, fino a quando quell'auto, non l'avesse investita. Le esplicò che la sua valigia, nella violenta collutazione, si era aperta, ed il contenuto, si era sparpagliato tutto sul selciato, e lui l'aveva raccolto, nell'attesa dei soccorsi. Si scusò, asserendo che la sua relazione con Lulù, era finita, e qualora non l'avesse più voluto con sé, lo avrebbe capito. Ed aggiunse: ti ho ferita, Emily, nel modo più assurdo e crudele che possa esistere, per seguire quella Lulù. Tra noi, non c'è stato nulla, nessun sentimento. La usavo solo per i soldi, ma entrando nel suo mondo, mi sono accorto, di non essere come quelle persone che lei frequentava. Ora che ti sei ripresa, non c'è più ragione che io resti. Sei in buone mani. Sally si prenderà cura di te”.

Emily lo invitò ad aspettare, affermando di non sapere chi fosse questa Sally, ma non voleva che lui se ne andasse. E lo pregò affinchè restasse. Poi gli confidò che era vero che lui l'aveva ferita e le aveva spezzato il cuore, tuttavia non riusciva ad odiarlo. Anzi, l'amava ancora di più di prima. E volgendosi verso Astrid, proferì:
“Astrid, non chiedermi di spiegarti o di rinunciare a te. Non ci riuscirei”. Astrid replicò: “ora riposati. Quando starai meglio, ed uscirai di qui, verrai al mio appartamento a riprenderti la valigia”. Emily gli ribatté: “no, io voglio restare con te. Son venuta da Melbourne, fin qua per questo. La borsa.... le foto.... le hai tu anche quelle?”. Astrid rispose che aveva solo le foto esplicandole che sicuramente la sua borsetta, l'aveva presa la caposala, e che sarebbe andato subito a farsela consegnare. Emily ammise che non era importante. E che non le serviva più. Poi volle sapere se l'indomani, tornasse a farle visita. Astrid asserì di non saperlo. E che era probabile.

Poi, dopo aver proferito ciò, uscì. Sally entrò, ed Astrid, si scusò per l'arroganza del tono, usato poco prima. Le spiegò di essere molto nervoso in quei giorni, e la invitò a prendersi cura di Emily. Sally lo promise. E fece il suo ingresso nella camera della ragazzina, mentre Astrid si apprestava a lasciare il reparto.

Sally, vedendola con un visino alquanto triste, le chiese cosa la preoccupasse, ed Emily le confidò di averlo perso per sempre. Ed aggiunse che aveva persino deciso di non andare più neppure a farle visita. Sally intuì che si stava riferendo ad Astrid. E sorridendole, la informò che su quello si stava sbagliando, perchè fino al giorno prima, si era sempre recato in quella stanza, ed aveva pure minacciato colei che aveva dinanzi, se non lo faceva passare. La donna poi esclamò: “Emily, credo che Astrid sia innamorato di te”.

Dato lo stupore di Emily, le spiegò che lei lo conosceva bene, e le assicurava che non sapeva esternare ciò che sentiva dentro, e comunque, avrebbero potuto parlarsi a tu per tu, visto che da lì a qualche giorno, l'avrebbero dimessa. Emily affermò di non essere sicura di affrontarlo, e che si sarebbe recata a casa di Astrid, soltanto per riprendersi le sue cose. Sally sentenziò che avevano entrambi lo stesso carattere orgoglioso. Le lasciò intendere che così, avrebbero sofferto tutti e due, consigliandole pertanto, di dormirci sopra. Poi richiuse la stanza.

Emily era più confusa di quando era partita. Continuò a ripensare agli ultimi giorni ed alla ragione della sua partenza: era combattuta tra l'amore di Astrid, mai dimenticato, ed il nuovo sentimento per Marcus.

Era consapevole che seguendo il suo cuore, avrebbe scelto Astrid, ma il buonsenso le suggeriva Marcus.

Ella non riusciva ad obliare il bacio con Marcus, né lui, né i sensi di colpa che erano nati in lei, e neppure gli occhi di lui, quando lei gli aveva confessato, di avere un amore lontano, rammentandosi delle parole di Marcus: “tu male al cuore, ma aspetterò. Io amo Emily”. E pensò che aveva intrapreso quel viaggio per dissipare i dubbi, ed invece era diventata una situazione piuttosto complessa.

Convenne che forse Sally aveva ragione: doveva dormirci sopra, e molto probabilmente, il mattino seguente, avrebbe ottenuto la
risposta che cercava. E così si distese e chiuse gli occhi......

La mattina dopo, un caldo raggio di sole, illuminò la camera di Emily, e lei svegliandosi, si alzò per la prima volta dal letto.

Sul comodino, notò un enorme vaso di fiori freschi e profumati. Così chiamò Sally, per domandarle da dove arrivassero. Sally la raggiunse, e quando vide di cosa si trattasse, rispose che li aveva portati Astrid, come era solito fare, da una settimana o poco più. Emily ne fu sorpresa. Ma passato lo stupore, asserì che mai prima d'ora, aveva compiuto un simile gesto, e neppure quando stavano insieme era mai accaduto, e che quindi Astrid si sentiva in colpa, per l'incidente che le era occorso, concludendo che forse sarebbe stato meglio non farsi illusioni. A quelle parole, s'udì un “perchè dici questo Emily”?.

La ragazzina lo riconobbe: era proprio lui, Astrid....

Sally, d'altro canto, esclamò: “beh, ora che è arrivato il signorino, vado in reparto. Mi raccomando signorina Emily, non si stanchi. Buona giornata”. Astrid la salutò, dopodichè volle sapere da Emily come mai fosse “in piedi”, e perchè non fosse a letto.

Emily replicò che era stanca di stare sdraiata, ma mentre gli stava chiedendo delle spiegazioni, ebbe un capogiro. Astrid la prese, e le fece notare che era ancora debole. E così dicendo, prese in braccio Emily e la adagiò sul letto. Le rimboccò le coperte, e posando le labbra sulla fronte, proferì: “Emily, hai ancora un po' di febbre. È meglio che rimanga qui”. Emily arrossì. E pronunciò un timido grazie. Poi ribattè che l'indomani l'avrebbero dimessa. Astrid le comunicò di esserne già stato informato, perchè era stato lui, a chiedere a Sally quel favore, visto che ormai era fuori pericolo, e per quanto riguardasse la febbre, non c'era ragione che rimanesse lì, visto che la potevano curare anche a casa. Emily domandò che cosa intendesse. Astrid le ricordò che lei non aveva una sistemazione, e per questo, per un po' di tempo, avrebbe diviso con lui l'appartamento, o almeno fino a quando fosse stata convalescente. E continuò: “conoscendoti, dimenticheresti persino le medicine”.

Emily affermò di essere dispiaciuta di creare così tanti problemi, visto che quell'altra.....

Astrid non la lasciò terminare, e dichiarò che con Lulù, qualora fosse quello ad angustiarla, era finita già da tempo, da prima che lei arrivasse, ma non se ne era reso conto, fino a che lei non li aveva visti insieme, abbracciati. E volgendosi verso Emily, chiese: “dimmi, cosa devo fare per convincerti, che tra me e Lulù, non c'è
stato nulla, e mai ci sarebbe stato qualcosa, al di fuori del semplice rapporto fisico? Non ti fidi più di me?”


(la presente storia, per leggerla di continuo, dovete chiederla ad Albatros. se avete facebook, ho messo messaggio lì. leggetelo)
 
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3 replies since 6/8/2010, 20:14   283 views
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